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domenica 13 novembre 2011

La resa dei conti

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Nel senso che ci siamo arresi ai conti



In un paese in cui ognuno ha sempre qualcosa da ridire su qualsiasi accadimento, in cui spesso chiunque sentenzia luoghi comuni finto-anticonformisti come fossero verità assolute, non sorprende che in molti abbiano sentito il patriottico dovere di protestare nei confronti delle legittime manifestazioni di giubilo che si sono viste a Roma dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi, scambiandole erroneamente e contro ogni logica di buon senso comune con gazzarre antidemocratiche ed eversive. 

Considerando che scene di questo tipo, corredate unicamente da bandiere italiane e quindi con l'assenza di qualsiasi riferimento partitico, si vedono solo quando vince la nazionale italiana di calcio, sembra strano che nessuno si sia chiesto il perchè si siano esse manifestate così spontaneamente, in modo politicamente anonimo e con incontenibile gioia di fronte alle semplici dimissioni di un presidente del consiglio. Senza tra l'altro contare l'irritazione ingiustificata di questi paladini della democrazia che hanno incoerentemente storto la bocca di fronte a delle legittime espressioni di libertà. Ma tant'è, in Italia si formano facilmente dei luoghi comuni che di solito i più peregrini e arditi cavalcatori del pensiero semplice riescono ad inculcare velocemente nelle menti di chi non è intellettualmente indipendente dalla faziosità del tifo politico. 

E' questo il caso anche del re dei luoghi comuni di questi due giorni di passione che è stato più volte ripetuto dagli ormai ex-governanti di destra e dai loro fidi votanti: i fautori di questo nuovo golpe antidemocratico, con le forzate dimissioni del presidente del consiglio e l'incarico autoritario di Mario Monti, stanno consegnando la nostra nazione in mano alle lobby dei banchieri, decretando in questo modo la fine della sovranità popolare degli italiani e la svendita del nostro stato ai voleri della Francia e della Germania.

Non c'è bisogno di essere Noam Chomsky per capire che l'intento retorico di questa cornice di pensiero è di fare leva sulle tesi cospirazioniste più ardite per far passare il concetto che Merkel e Sarkozy (insieme ad Obama e qualche ebreo sparso) siano i direttori di orchestra dei mercati finanziari cui fare affidamento per indebolire l'Italia, costringere un premier che tiene al suo "paese di merda" più di ogni altra propria azienda alle dimissioni, persuadere il Presidente della Repubblica ad affidare le redini della nazione ad un italiano stimato nel mondo per le sue capacità scientifiche che sia accondiscendente nello svendere il proprio paese e quindi infine impadronirsi delle aziende pubbliche italiane e delle sue risorse energetiche. Il fatto poi che Mario Monti faccia da tempo parte della Bilderberg è un rafforzativo taciuto in pubblico che i più abili maestri della rete saranno in grado di sfoderare con modalità più convincenti tra forum e siti specializzati. 

Pur nell'eventualità che tutte queste nefaste considerazioni storico-politiche corrispondano alla realtà, mi chiedo se ci sia un simpatizzante di destra o un elettore di Berlusconi che abbia la lucidità necessaria ad ammettere che la causa di tutto questo marasma politico-economico sia Silvio Berlusconi stesso e i fidati scagnozzi che egli ha avuto il coraggio di far eleggere in parlamento (basterebbe nominare Mara Carfagna), forte del voto donatogli colpevolmente da chi credeva che quest'omuncolo avrebbe fatto il bene del proprio paese. L'unica giustificazione che rende comprensibile un giudizio degli eventi così approssimativo, potrebbe essere in questo caso la sola accortezza da parte di Berlusconi di non aver fatto senatore il proprio cavallo rendendo palese a tutti la propria insanità mentale, ma avendo fatto ministri gente come Gelmini o Bossi, mascherando quindi ai poco astuti elettori, attraverso delle fattezze umane, l'incompetenza di questi onorevoli, in ogni caso pari alla proverbiale capacità equina di governare.

Ed è difficile oggi come ieri, di fronte a queste premesse, tentare una specie di riconciliazione nazionale, e lo sarà fin quando in Italia non impareremo ad osservare la realtà con l'obiettività necessaria che viene richiesta per capirla, senza la prostituzione intellettuale che il tifo politico provoca inesorabilmente nelle nostre menti.

Poichè è giunta l'ora di ammettere serenamente che l'attuale situazione politica ed economica in Italia è stata causata dal malgoverno di destra e che l'amara medicina Monti è figlia della destra italiana, incapace di attuare un solo provvedimento che sia stato utile al benessere ed alla libertà degli italiani negli ultimi diciassette anni e che solo la volontà dei mercati, orchestrati o meno dalla potenza principe dell'economia europea, è riuscita a far sì che non siano divenuti venti. Una destra che è stata inoltre colpevole di aver portato in parlamento la peggior feccia che la nostra penisola ci offre e di aver dato le istituzioni italiane in pasto a figure da operetta che hanno decretato, assecondato e legittimato con leggerezza imbarazzante delle bassezze morali che nemmeno nel peggiore dei nostri incubi avevamo mai immaginato potessero materializzarsi.

Ecco, di fronte a queste nefandezze, prima che mi venga chiesto scusa da parte di chi ha creduto per anni alle balle di Silvio Berlusconi, per la situazione nella quale ci troviamo oggi, mi rifiuto di dover minimamente pensare all'unità nazionale per semplice autodifesa personale

in modo da non correre il rischio di affidare di nuovo il bene comune a chi non è capace di distinguere il bene dal male. 





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