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giovedì 5 luglio 2012

L'abito fa la monaca

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I want you, Mr Millionaire!

Nulla è accaduto di eccessivamente rilevante nelle ultime giornate dell'Europeo da provocare il solito tomo moralistico di Urlo Mundial aldilà della prevedibile vittoria sulla Germania (come minimo sul piano statistico) e della sconfitta sulla Spagna, se si esclude la vicenda Balotelli che ha come al solito tristemente evidenziato dalle semifinali in poi l'ipocrisia spinta dei nostri connazionali, i quali fino a pochi giorni prima avevano considerato questo fenomeno del calcio mondiale una mezza schiappa che non si capiva per quale motivo il Sig. Prandelli avesse portato con sè negli altrettanto poco democratici paesi dell'Est per la commovente spedizione dei nostri azzurri.

Passi che queste opinioni frettolose derivassero dalla solita isteria di chi giudica la classe di un calciatore da un singolo errore e l'intelligenza di un uomo solamente dai suoi gesti senza capirne le motivazioni, poichè comunque ci siamo abituati. Ed è anche quindi inutile stare a rimarcare la sensibilità di questo ragazzo probabilmente più intelligente della maggior parte dei calciatori (con Buffon in testa ai finti intelligenti, fascistello da prima categoria che ha avuto il coraggio di commuoversi durante la visita ad Auschwitz) come è inutile commentare la sua giustificata esultanza dopo il primo gol europeo contro l'Irlanda, quando anzichè esultare avrebbe voluto rimarcare l'altalenante capacità di giudizio dei suoi tifosi (metà dei quali fino a ieri gli auguravano la morte in tutti gli stadi con il poco intelligente coro "Se saltelli muore Balotelli"). A riprova di ciò, per chi ama il gossip, la sua intelligente risposta alla tipica zoccoletta italiana acqua e sapone, come scritto da urlomundial, alla ricerca di un benefattore già da molto tempo.

Così, mi piacerebbe parlare brevemente oggi di un video che circola da poche ore in internet nel quale si vede come Casillas chieda all'arbitro rispetto nei confronti dell'Italia, implorando il fischio finale nonostante il recupero per contenere l'umiliante risultato, in modo da non rischiare un cappotto ancora più pesante. Considerando in ogni caso che è molto facile comportarsi da signori quando si vince e sottolineando quanto sia più difficile perdere che vincere (a tal proposito devo ammettere che noi italiani siamo riusciti a perdere con gran dignità, dopotutto questo è solo uno sport e lo stipendio milionario i nostri calzoncini bianchi lo riscuoteranno lo stesso, cosa c'è da preoccuparsi?), più che l'atteggiamento del portiere spagnolo, è irritante quello dei commentatori italiani, tutti proni ad esaltare la sportività di questo grande campione, evidenziando chissà quale moralità nelle sue poche parole urlate all'arbitro di linea.




E' innanzitutto evidente dalla gestualità del portiere quanto egli sia giustamente molto più soddisfatto della vittoria che preoccupato dal risultato, esprimendo una contraddizione facilmente palpabile tra ciò che dice e ciò che pensa.

E' poi altrettanto irritante pensare che si chieda all'arbitro di fermare il gioco per evitare di prolungare la sofferenza della squadra italiana quando questo poteva essere semplicemente fatto dai giocatori della Spagna i quali si sono palesemente approfittati del loro avversario per umiliarlo deliberatamente e con facilità disarmante. Altro che quella sportività che i soliti superficiali telecronisti italiani esaltavano riempiendosi la bocca con luoghi comuni quali "bisogna giocare fino alla fine".

Qui non si tratta di presunti biscotti o di feriti da preferire ai morti, ma quando una squadra si rende conto che l'avversario è stremato e che sarebbe impossibile qualsiasi rivalsa (Pirlo a 10 minuti dalla fine non correva già più) è semplicemente corretto non infierire, non per far meno male ma perchè sarebbe troppo facile farlo: in questo caso ciò sarebbe un segno di rispetto per sè e non una benevolente concessione all'avversario. Se si vuol essere ligi al dovere, allora bisogna pretendere che si giochi anche l'ultimo secondo dei minuti di recupero, rispettando una regola tanto legittima quanto giusta. E sta all'intelligenza di chi è in campo capire come comportarsi.

Peraltro, questo è quello che forse voleva dire Buffon quando parlava di accontentarsi di un risultato.

In altre parole, semplicemente, Casillas non vedeva l'ora che la partita finisse per festeggiare, e l'italiano medio, come al solito, ha scambiato quest'atteggiamento di supremazia ipocrita in un grande gesto di sportività,

confondendo come al solito il bene dal male. 



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