Per un conto lo capisco, il povero Silvio nazionale, quando se la prende con Sabina Guzzanti, che fa un programma di satira (pesante), dichiaratamente rivolta contro di lui. Ma da qui a prendersela col direttore del periodico economico più celebre del mondo, di strada ne passa!
Potevo ben comprendere che Mr. B. tentasse di discolparsi dalle accuse di Bill Emmott adducendo giustificazioni o minimizzando, ma frignare e fare la solita vittima mi sembra la strategia peggiore. Tra l’altro, e ci tengo a sottolinearlo, l’Economist è un giornale apertamente pro-capitalismo. Niente stampa pseudo- o filo- comunista, dunque. Il periodico anglosassone è il più strenuo difensore del modello di concorrenza perfetta!
Infatti, la critica che viene rivolta a Berlusconi , limpida e compassata da far male, è quella di usare il suo potere politico per estendere quello (personale) economico. L’obiettivo dell’uomo politico viene perciò stravolto: egli non dedica la sua vita per il bene del Paese, ma sacrifica il bene del Paese per trarne vantaggi privati.
Per di più lo fa ''falsando la concorrenza'' (antitrust di tutto il mondo, unitevi!). E’ questo che non va giù al signor Bill Emmott.
E, personalmente, non so come dargli torto: se proprio vogliamo il capitalismo, se pensiamo che sia il sistema migliore, almeno facciamolo funzionare!
Si dice che il suo principio di base sia che, in ogni mercato, il numero delle imprese debba essere talmente alto da tendere all’infinito (onde evitare accordi, cartelli...): ma vi sembra che questo sia il nostro caso?
Vi sembra che, dopo la privatizzazione delle telecomunicazioni, il numero dei concorrenti sia così alto? Vi sembra che 7 canali televisivi (più MTv, che qui non fa testo) sia un numero che garantisca il pluralismo? Se poi andiamo a vedere chi controlla ‘ste benedette televisioni...
Perciò, se, oltre ad avere un gran numero di mercati fortemente concentrati, ci mettiamo pure che il principale agente in molti di essi è il Presidente del Consiglio, la concorrenza va a farsi benedire!
Notate che ho evitato di parlare di ''regime'' o ''dittatura''.
Ho anche evitato ''conflitto d’interessi'', perché mi avrebbe portato ad approdare su lidi troppo distanti.
Per concludere, anche se il modello capitalistico concorrenziale non mi piace affatto (come ben saprete), lo ritengo pur sempre preferibile all’oligopolio che si sta creando e che in gran parte si è già formato.


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