Così, il mondo del Web era conosciuto principalmente per i siti Web, ovvero quelle pagine ricche di informazione alle quali potevano accedere chi aveva una connessione internet ed un computer a disposizione. Come detto, tali pagine altro non erano e non sono che dati archiviati in computer sparsi per il mondo con i quali è possibile entrare in contatto attraverso internet (i cavi, le antenne, i satelliti ecc...) e attraverso dei software (da una parte quelli per usare i computer, dall'altra quelli per accedere alla rete).
La maggiore interattività del mezzo rispetto a quella data ad esempio dalla TV o dai giornali era data dalla possibilità di avere a disposizione una quantità spropositata di informazione, ovvero dalla possibilità di scelta e dalla ricchezza creata dal pluralismo dell'informazione (!) in quanto chiunque poteva potenzialmente creare contenuti da mettere a disposizione di tutti per poi essere raggiunto da chiunque volesse farlo. Tant'è che, per districarsi in questa giungla, sono nati i motori di ricerca (il più famoso e usato era ed è Google, ma prima c'erano anche Yahoo! o Altavista e oggi è in forte ascesa Bing, motore di ricerca messo a punto da Microsoft).
Nonostante i mezzi però, la possibilità di creare siti era ancora limitata a quei professionisti che avevano le conoscenze necessarie per programmarli e per poter archiviare le informazioni in server (computer per l'archivio) privati. In pratica, pur essendoci le potenzialità affinchè tutti potessero condividere tutto, in realtà questo non poteva avvenire per limiti tecnici. La rete era ancora 1.0.
Fino a quando un bel giorno qualcuno si chiese: perchè non creiamo un servizio attraverso il quale chiunque possa creare dei contenuti per poi poterli condividere in internet in modo facile e veloce? E' da questa domanda che nascono i blog, parola che sta per 'web log', ovvero 'accesso alla rete': attraverso di essi chiunque può scrivere qualcosa e mettere in rete il testo scritto rendendolo disponibile a tutti coloro che hanno accesso ad internet. Questo avviene grazie a delle aziende private come Google che mettono a disposizione delle piattaforme attraverso le quali gli utenti che accedono ad internet e vogliono pubblicare dei testi da loro scritti possono finalmente farlo liberamente pur non essendo dei professionisti della programmazione informatica.
Queste aziende mettono a disposizione gli spazi per poter aprire dei blog, offrono gratuitamente un indirizzo, dello spazio per poter archiviare i propri testi (l'archiviazione avviene nei server dell'azienda che offre il servizio ed è accessibile da un computer remoto attraverso internet: quindi anzichè salvare dei file nel mio computer, li salvo in un computer lontano messo a disposizione da qualcun altro, ma comunque accessibile con un nome ed una password relativa a quel nome) e la pubblicazione di tali testi attraverso ciò che assomiglia ad un sito, personalizzabile a seconda dei gusti dell'autore del blog.
La particolarità dei blog è che una volta pubblicato un testo, chiunque può poi commentarlo e rendere pubblico il proprio commento con il conseguente incremento del dialogo e l'importante caratteristica della pubblicità dello stesso: tutto è pubblico e accessibile e quindi ogni opinione può finalmente essere ascoltata. Naturalmente questo poteva essere fatto anche nell'era del Web 1.0, ma nell'era del Web 2.0 è tutto più facile e chiunque può fare uso degli strumenti messi a disposizione dalle aziende del Web: non c'è più bisogno di essere dei professionisti ed il digital divide può essere ormai annullato. Insomma, ci si può ora concentrare di più sui contenuti piuttosto che perdere tempo sul metodo.
Altra particolarità dei blog è il fatto che, ora, le aziende che mettono a disposizione gli spazi per la creazione dei blog, vedono crescere i propri spazi con dei contenuti che vengono creati da una comunità gigantesta di individui. In altre parole, non solo una persona dovrà costruire un sito, ma milioni di persone possono ora contribuire a far crescere dei servizi messi a disposizione da altri (sull'importanza di questo fatto ci torneremo nella prossima puntata, quando parleremo di soldi).
Data la possibilità di creare testi scritti e di condividerli, con lo sviluppo della tecnologia (che nel mondo di internet e dei computer significa soprattutto la possibilità di archiviare sempre più dati con mezzi sempre più piccoli), altri hanno poi cominciato a chiedersi: perchè non diamo la possibilità di creare contenuti sonori e di condividerli?
Nasce così il podcast (che deriva dal nome del lettore di musica digitale portatile della Apple, l'iPod, e 'cast', distribuire, significando quindi 'distribuire nell'iPod') che è come un blog, ma sonoro. Ovvero, si produce un contenuto sonoro (una canzone, una barzelletta, un programma radiofonico ecc...) e lo si condivide (sempre gratuitamente e grazie a quelle aziende che mettono a disposizione i mezzi per farlo). Poi, qualcun altro ancora si è chiesto se non si potesse fare lo stesso addirittura con dei video ed è così che nascono Youtube, Google Video, Vimeo e altri, siti ai quali si accede gratuitamente per poter caricare dei propri video e poi condividerli nella rete.
Nasce così il podcast (che deriva dal nome del lettore di musica digitale portatile della Apple, l'iPod, e 'cast', distribuire, significando quindi 'distribuire nell'iPod') che è come un blog, ma sonoro. Ovvero, si produce un contenuto sonoro (una canzone, una barzelletta, un programma radiofonico ecc...) e lo si condivide (sempre gratuitamente e grazie a quelle aziende che mettono a disposizione i mezzi per farlo). Poi, qualcun altro ancora si è chiesto se non si potesse fare lo stesso addirittura con dei video ed è così che nascono Youtube, Google Video, Vimeo e altri, siti ai quali si accede gratuitamente per poter caricare dei propri video e poi condividerli nella rete.
Ormai il Web era già diventato 2.0 e chiunque avesse voglia poteva finalmente creare un contenuto digitale (scritto, parlato o video), condividerlo e discuterlo in internet con chiunque fosse interessato a ciò che era stato pubblicato. Tutto ciò in modo facile, veloce e soprattutto gratuito.
Ma allora però, se tutto è gratuito, come è possibile che quelle aziende che operano nel settore internet abbiano reso i propri creatori come gli uomini di gran lunga più ricchi del globo?
La risposta si chiama pubblicità.
continua...
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