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lunedì 1 novembre 2010

Salute

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E' uscita l'ennesima ricerca scientifica, ripescata dal/dalla solerte stagista da qualche edizione online di qualche quotidiano straniero (in genere anglosassone) e riportata come sempre con zelo sui quotidiani italiani nazionali.

Stavolta lo scienziato ci fa sapere che l'alcol è la droga più pericolosa che esista e che quindi è persino più pericoloso dell'eroina, nel senso che provoca più danni sia a livello sociale che economico. Di conseguenza, lo stesso scienziato consiglia ai governi di applicare norme restrittive nei confronti di questa temibile sostanza in modo da limitarne i terrificanti effetti che ha sull'uomo.

La verità è che non è la sostanza in sè a provocare gli effetti catastrofici di cui si parla nella ricerca, ma il modo (ovvero la cultura) in cui viene consumata da chi ne fa uso. In particolare dal modo in cui si abusa dell'alcol soprattutto negli stessi paesi anglosassoni in cui tale ricerca è stata effettuata.

Ovvero, in questi paesi si beve alcol semplicemente al solo scopo di ubriacarsi il più possibile. E' vero che quest'usanza è molto popolare anche in Italia tra i giovani, ma è altresì vero che nei paesi del nord-Europa ed in quelli anglosassoni l'ubriachezza è accettata, tollerata e molto spesso incentivata. Basta pensare alle terrificanti cene aziendali di Natale in cui i poveri impiegati vengono tradizionalmente sottoposti a bevute disumane senza che nessuno si scandalizzi nel vedere un manager di alto livello essere costretto a vomitare l'impossibile. In Italia, comportamenti di questo tipo sarebbero inaccettabili (per fortuna).

A riprova di quest'aberrante tipo di cultura è il recente sfogo di Roberto Mancini, il quale in conferenza stampa ha giustamente esternato il suo sconcerto nell'osservare le incomprensibili bevute alle quali si sottopongono i suoi giocatori nei giorni di libera uscita.

Delle volte mi piace notare come millenni di civiltà in Italia non siano passati invano.




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