Da giorni e giorni si sta ormai dibattendo con il solito piglio ragionato dell'italiano medio, fatto di sillogismi a volte veri a volte derivanti da palesi luoghi comuni a volte totalmente falsi, sul fatto se gli ormai famosissimi eventi che riguardano la vita privata del nostro presidente del consiglio ed i reati ad essi connessi, siano fatti di valore pubblico o privato. In altre parole la narrativa si è spostata da tempo da un territorio semplice costituito da eventi chiari ad un territorio più elevato e falsamente nobile come quello della questione della privacy delle figure politiche. Allo stesso modo da anni si sta discutendo con argomenti capziosi dei vari cavilli che riguardano tutte le questioni che riguardano la classe politica attuale ed in particolare il suo maggior esponente di destra spesso bollando concetti semplici e diretti quand'anche veri e ovvi come quelli espressi ad esempio da Beppe Grillo come populismo o demagogia, mascherando la realtà con espressioni di difficile definizione ed in quanto tali ambigue e difficilmente controvertibili.
E così oggi il ministro Alfano, che doveva presiedere a Strasburgo, se ne è andato dal presidente della Repubblica per presentare una fantomatica riforma della giustizia e noi idioti, cavalcando i dotti editoriali delle maggiori testate giornalistiche, stiamo qui ad arrovellarci il cervello per capire se le nuove leggi siano buone o meno, prendendole grevemente sul serio.
Ma la realtà è un'altra, ed è sempre stata un'altra.
Silvio Berlusconi è nella posizione in cui si trova ora unicamente per perseguire i propri interessi particolari, per fuggire dai processi a suo carico e per espandere il proprio potere in modo da poter rafforzare il proprio senso d'identità e assecondare i propri valori. Certo l'ambizione non va negata a nessuno e spesso è anche benevola per la società, ma nel caso del nostro presidente del consiglio essa è deleteria per tutti i cittadini italiani visto che il suddetto se ne frega altamente degli interessi generali del paese, essendo tristemente concentrato unicamente su stesso.
Posto che i suoi interessi particolari mai e poi mai in questi disgraziati ultimi diciassette anni hanno combaciato con gli interessi generali e sfido chiunque a dimostrare il contrario, è giusto a questo punto mettere nero su bianco quali sono le poche categorie di italiani che votano o simpatizzano per Berlusconi (sia chiaro che queste categorie si riferiscono anche a coloro che lo votarono già dal 1994 e non solo a quei pochi rimasti di oggi). Essi sono:
- i coglioni
- coloro che razionalmente votano per propri interessi particolari
- coloro che non voterebbero altro che un partito di destra
Naturalmente queste categorie racchiudono dentro di sè molte altre sotto-categorie che non stiamo qui ad elencare per questioni di spazio. Naturalmente il singolo votante può appartenere a una o più categorie o a tutte tre, compresi i coglioni di destra che sono convinti che votare Berlusconi significhi dare una spinta significativa ai propri interessi particolari (questo è nella maggior parte dei casi impossibile visto che come già detto gli interessi di Berlusconi non corrispondono agli interessi generali ed è quindi possibile solo nel caso in cui ci sia un contatto diretto tra il votato ed il votante, come ad esempio avviene nei casi di tutti i suoi servetti che lo difendono ovunque semplicemente per difendere il proprio spazio vitale che si manifesta a sua volta nella loro economia mensile). Sta di fatto che i coglioni e gli interessati sono facilmente individuabili, mentre è più interessante soffermarsi sull'ultima categoria, quella di chi mai voterebbe per una partito che non sia di destra, con la consapevolezza che chi non vota a destra o sinistra semplicemente per tradizione famigliare appartiene ad una minoranza molto esigua dei cittadini italiani, nonostante questa minoranza sia in Italia come in altre nazioni spesso decisiva nelle elezioni politiche.
Poi pensate alla differenza tra sinistra e destra, perchè tra le due culture c'è una differenza enorme, aldilà di ciò che siamo arrivati a credere oggi e questa differenza c'è soprattutto in Italia dove la destra e la sinistra contemporanea fondano le proprie radici rispettivamente nell'ideologia fascista e comunista.
Così pensate a quei fascisti che inneggiano alla superiorità della razza, che urlano in coro "l'Italia agli italiani" conoscendo a spanne la storia dell'impero romano e pensate all'ideologia fascista stessa, quella che s'intreccia inevitabilmente con le logge massoniche, i servizi segreti ed il servilismo delle nostre istituzioni nei confronti degli americani.
Poi pensate al comunismo, all'ideologia su cui si basa che fa sì che chi ne sia portatore aspiri ad un mondo fatto di distribuzione egualitaria delle risorse e si sa oggi che le società più eque sono anche le più sviluppate e le più felici, pensate a quei parlamentari che si tengono in tasca un terzo del proprio stipendio lasciandone il resto al partito e pensate alle facce lugubri dei deboli che si inginocchiano di fronte ad un leader carismatico.
Pensate a queste cose e abbiate l'onestà intellettuale di ammettere che il comunismo italiano non è mai stato il comunismo di Stalin o quello di Fidel Castro.
Infine, paragonate pure Stalin o Fidel Castro o anche Gheddafi e Saddam Hussein a Berlusconi e abbiate l'onestà intellettuale di ammettere che nessuno di questi, almeno all'inizio della propria carriera politica ha mai aspirato al potere per meri interessi personali, ma lo ha fatto in nome di un'idea a volte anche nobile, sia stata essa il primo fascismo (idea puramente socialista!) o il comunismo o l'idea di libertà di un popolo.
Silvio Berlusconi e quelli che lo votano, a cosa cazzo aspirano? Ma di che cosa stiamo parlando?


2 commenti:
Gran post Luigi!
Complimenti
Ciao
Mauro
Grazie Mauro, in realtà pensavo fosse molto arruffone, ma avevo voglia di sfogarmi. Ciao!
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