Breve nota tecnica. La Spagna ha lo stesso metodo di gioco del Barcellona. Esso è fatto di un controllo palla esasperato e di brevi passaggi, spesso di prima, che avvengono di solito verso il giocatore più vicino, il quale si era precedentemente smarcato con un movimento senza palla nello spazio. Le verticalizzazioni, così come i cambi di gioco o i lanci lunghi sono estremamente rari e gli attaccanti giungono al tiro dopo un dribbling o dopo una triangolazione veloce. E' questo anche il motivo per cui il giocatore che si è messo in luce più di tutti sia Villa, sicuramente il più tecnico e veloce, ma soprattutto il più in forma del torneo.
La differenza con il Barcellona però sta nei cosiddetti interpreti di questo particolare tipo di gioco. Da questo punto di vista, l'ago della bilancia pende nettamente a favore del club piuttosto che della nazionale. Infatti, i migliori del Barcellona già giocano nella nazionale spagnola mentre nella seconda, in tutti gli altri ruoli, figurano giocatori meno forti (sul piano tecnico e atletico) di quelli che giocano nel Barcellona. In generale quindi, il Barcellona sul piano dei singoli è molto più forte della Spagna e, adottando lo stesso tipo di gioco, lo è di conseguenza anche come squadra.
Quindi, dal mio punto di vista, la Spagna è una squadra sopravvalutata e decisamente battibile. Ad una condizione però. La Spagna non va aggredita nè pressata perchè è solo in questo modo che riesce poi a mettere in difficoltà l'avversario. Infatti la capacità di palleggio diviene efficace solo quando la squadra avversaria è in fase di pressing: il pressing permette ai giocatori spagnoli di smarcarsi a centrocampo attraverso dei passaggi elementari che vengono esaltati dai cronisti come 'il più bel gioco del torneo' e di seguito, in fase d'attacco, i dribbling di Villa permettono di realizzare i gol necessari alla vittoria finale (pensate che a fare questo lavoro nel Barcellona troviamo Messi mentre troviamo Ibrahimovic anzichè il coniglietto Torres a spaventare i difensori e creare).
D'altra parte, se la squadra avversaria non pressa, i giocatori spagnoli continuano sì a passarsi il pallone, ma a questo punto il gioco sembra più un allenamento da oratorio che un campionato del mondo e l'efficacia si perde nei meandri del centrocampo sulle linee orizzantoli all'altezza del cerchio. Non è un caso che contro il contropiede svizzero la Spagna abbia perso e contro il catenaggio di Donadoni agli europei non sia andata oltre lo zero a zero.
La parola d'ordine contro la Spagna quindi è: lasciarli giocare, 90% di possesso palla per loro e darsi al contropiede. Esattamente ciò che ordinò di fare ai suoi Mourinho nella semifinale di ritorno di Champions League tra Barcellona e Inter.
In pratica, stando ai fatti, speri la Spagna di incontrare in semifinale l'Argentina e non la Germania e potrà puntare al mondiale.
Anche se il Brasile rimane a questo punto la favorita.
La differenza con il Barcellona però sta nei cosiddetti interpreti di questo particolare tipo di gioco. Da questo punto di vista, l'ago della bilancia pende nettamente a favore del club piuttosto che della nazionale. Infatti, i migliori del Barcellona già giocano nella nazionale spagnola mentre nella seconda, in tutti gli altri ruoli, figurano giocatori meno forti (sul piano tecnico e atletico) di quelli che giocano nel Barcellona. In generale quindi, il Barcellona sul piano dei singoli è molto più forte della Spagna e, adottando lo stesso tipo di gioco, lo è di conseguenza anche come squadra.
Quindi, dal mio punto di vista, la Spagna è una squadra sopravvalutata e decisamente battibile. Ad una condizione però. La Spagna non va aggredita nè pressata perchè è solo in questo modo che riesce poi a mettere in difficoltà l'avversario. Infatti la capacità di palleggio diviene efficace solo quando la squadra avversaria è in fase di pressing: il pressing permette ai giocatori spagnoli di smarcarsi a centrocampo attraverso dei passaggi elementari che vengono esaltati dai cronisti come 'il più bel gioco del torneo' e di seguito, in fase d'attacco, i dribbling di Villa permettono di realizzare i gol necessari alla vittoria finale (pensate che a fare questo lavoro nel Barcellona troviamo Messi mentre troviamo Ibrahimovic anzichè il coniglietto Torres a spaventare i difensori e creare).
D'altra parte, se la squadra avversaria non pressa, i giocatori spagnoli continuano sì a passarsi il pallone, ma a questo punto il gioco sembra più un allenamento da oratorio che un campionato del mondo e l'efficacia si perde nei meandri del centrocampo sulle linee orizzantoli all'altezza del cerchio. Non è un caso che contro il contropiede svizzero la Spagna abbia perso e contro il catenaggio di Donadoni agli europei non sia andata oltre lo zero a zero.
La parola d'ordine contro la Spagna quindi è: lasciarli giocare, 90% di possesso palla per loro e darsi al contropiede. Esattamente ciò che ordinò di fare ai suoi Mourinho nella semifinale di ritorno di Champions League tra Barcellona e Inter.
In pratica, stando ai fatti, speri la Spagna di incontrare in semifinale l'Argentina e non la Germania e potrà puntare al mondiale.
Anche se il Brasile rimane a questo punto la favorita.


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