
Cannavaro è quello che quando giocava nell'Inter finse di essere infortunato, con la collaborazione del bravo Moggi, per potersi trasferire alla Juventus dopo il benestare dell'ingenuo Moratti, andando poi a vincere un pallone d'oro storico a malanni ormai dimenticati. E' anche quello che poi lasciò la Juventus immediatamente (a ragione, stavolta), quando lo stesso Moggi con la collaborazione della proprietà ne causò la scomparsa dal mondo delle grandi squadre.
Nonostante il suo mondiale sia stato pessimo non staremo qui a disquisire, come fanno di solito i finti intenditori, sulla sua tenuta fisica e sul fatto che sia o meno sul viale del suo tramonto sportivo. In fondo, il mondiale è stato pessimo per tutti e la colpa è soprattutto del condottiero, il quale ha stupidamente mandato i suoi soldati ad affrontare una missione che a loro insaputa includeva necessariamente il suicidio. Quindi sarebbe infantile infierire su Cannavaro ricordandogli ciò di cui è lui stesso consapevole. Anche se, d'altra parte, il contratto letteralmente faraonico (nel senso geografico del termine faraonico, non economico) che è riuscito a strappare ad una sconosciuta squadra di Dubai è il segno inequivocabile di un'accertato ridimensionamento delle sue qualità di calciatore.
Invece, a proposito di quello che spesso viene definito 'uomo', per poterlo distinguere dal 'calciatore' nel riferimento ad una stessa persona, nella conferenza stampa che chiude la sua seppur gloriosa carriera nella nazionale italiana di calcio, egli ha dimostrato per l'ennesima volta il tipo di individuo che è, quando ha affermato, riferendosi a Cassano, che nei due europei con lui disputati, i risultati erano stati comunque deludenti e che quindi il fatto che non sia stato convocato era pienamente giustificato dai fatti. Il sillogismo espresso dall'ormai ex-capitano fa più o meno così: agli europei c'era Cassano, agli europei non abbiamo vinto, con Cassano non si vince.
Esso ha il sapore di quelle generalizzazioni che vengono comprese facilmente dall'uomo della strada ma che allo stesso tempo non si basano su alcun fatto accertato in quanto sono totalmente distaccate dalla realtà e quindi totalmente inventate. Infatti, in questo caso non tiene conto nè del contesto degli europei in cui aveva giocato il giocatore al quale Cannavaro si riferiva nè del contesto dei mondiali di quest'anno, elementi entrambi cruciali per poter fare un ragionamento di senso compiuto.
Purtroppo, nella realtà dei fatti, non abbiamo e mai avremo una controprova che possa dimostrare come con Cassano o Balotelli o altri i mondiali avrebbero avuto esito diverso da quello nefasto che abbiamo purtroppo dovuto subire in quest'edizione. Così, il ragionamento semplicistico del capitano più bello del mondiale fa facilmente breccia nelle menti di chi prende il caffettino in piazza e discute di solito animatamente di calcio, dando ai frequentatori dei bar un'altra certezza per spiegare il motivo dell'insuccesso italiano o anche giustificare una condotta diversa da quella che ha portato al disastro sportivo.
Diciamo che sì, Cannavaro, hai ragione, con Cassano non si è vinto. Forse non si sarebbe vinto nemmeno con Cassano. Di sicuro però, caro Cannavaro, senza Cassano, la nazionale italiana è finita ultima nel girone più facile del mondiale e tra le squadre che si sono qualificate nello stesso girone solo il Paraguay è riuscito a superare gli ottavi, battendo ai rigori dopo faticosissimi 120 minuti addirittura il Giappone.


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