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domenica 29 agosto 2010

Bentornato campionato

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"Vede, io sono anche in politica, e so benissimo che le masse non hanno riconoscenza." Questa è la breve battuta di Silvio Berlusconi dopo lo sfavillante Milan - Lecce 4 - 0, alla domanda sui passati striscioni di disapprovazione nei confronti della taccagneria presidenziale e sul ritrovato entusiasmo dei milanisti dopo l'acquisto di Ibrahimovic (e Robinho).


In effetti, in questo periodo di crisi politica, economica e anche culturale, tanta riconoscenza valeva la pena comprarsela e se l'investimento potrebbe non avere effetto alcuno sulle vittorie del presidentissimo, almeno l'avrà sui sondaggi di apprezzamento che da qui in avanti, una volta riaffermatisi su livelli accettabili, ci verranno propinati come educazione forzata alle votazioni.

Da questo punto di vista, viene confermata oggi una volta di più la funzione che l'Associazione Calcio Milan ha per il presidente Berlusconi, ovvero la stessa funzione che hanno le sfilate e le passerelle (intese come quella che in inglese viene chiamata 'catwalk', cosa avevate capito?) per quei grandi marchi di moda che raccolgono profitti non vendendo vestiti, ma soprattutto propinando agli affamati di immagine accessori vari: puro marketing. Epperò, bisogna ammettere, aldilà di qualsiasi tipo di moralismo intellettuale, che non solo può succedere di fare cose sbagliate con le giuste ragioni (come ad es. gli acquisti strampalati e in buona fede che Moratti ha fatto per una quindicina d'anni), ma anche che qualcuno faccia delle scelte giuste con le ragioni sbagliate. E' questo il caso del maggior esponente dell'altra squadra di Milano (ti prego Veltroni, vattene in Africa come promesso e portati tutti quelli della tua generazione, invece di scrivere ai giornali), il quale, per motivi puramente politici, si è prodigato magnanimamente nel soddisfare gli istinti primordiali di quelle scimmie urlanti che sono in grado di mostrare approvazione/disapprovazione unicamente con il livello di danno che riescono a provocare a cose e persone.


La mano che spinge il presidente del Milan, a differenza di quella di Smith, visibile assai, avrà comunque delle conseguenze positive sul campionato italiano che sarà inevitabilmente più combattutto e interessante (ora il Milan è favorito e anche l'Inter di ieri lo rende tale). Inoltre, per coloro che, come sempre accade in Italia, si crogiolano nelle battaglie tra punti di vista contrapposti e superficiali, l'acquisto di Ibrahimovic contribuirà a solidificare quelle idee preconcette che si annidano pericolose nei loro angusti cervelli e si potranno sfogare durante tutto l'arco temporale calcistico di questa stagione su luoghi comuni quali: Ibrahimovic decisivo/non decisivo, decisivo in coppa/campionato, bandiera/professionista (con annessi discorsi su Maldini, Zanetti, Totti e Del Piero), Milan Ibradipendente/non Ibradipendente eccetera eccetera.

Insomma, come si direbbe con un altro luogo comune di grande appeal, cambiano gli interpreti, ma il campionato rimane lo stesso.

E allora, buon campionato a tutti.

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