Succede spesso nelle coppie che quando uno dei partner sospetti pesantemente di essere tradito o tradita, l'unica cosa che possa placare il sospetto e quindi l'ansia che da esso deriva sia solamente la scoperta del tradimento stesso, che viene quindi auspicato incoscientemente da chi lo subisce.
La stessa cosa succede delle volte a quelle squadre che hanno la consapevolezza di essere inferiori rispetto al proprio avversario e che quindi attendono in modo implacabile il momento espiatorio del subimento del gol per poter finalmente tirare un meritato sospiro di sollievo.
E' successo questa sera al Napoli che, evidentemente, aveva la consapevolezza di essere di gran lunga inferiore rispetto al Milan e che quindi per tutta la partita non è riuscito a concludere un passaggio che fosse uno e tanto meno un'azione da gol almeno lontanamente pericolosa, mentre il povero Cavani non ha toccato palla ed un Pato galvanizzato dalla relazione con la birichina Berluschina Barbara ha dimostrato la sua classe ed il periodo di forma smagliante che sta attraversando. Tanto basta per un tre a zero senza storia e persino noioso.
Ma perchè il Napoli è sceso in campo con le gambe che, come si dice, facevano giacomo-giacomo e senza riuscire nemmeno a giocare? A mio parere, vista la portata dal massacro che ha avuto luogo in campo da parte dei giocatori del Milan nei confronti di quelli del Napoli, il complesso d'inferiorità e l'ansia da prestazione non possono bastare a spiegare una prestazione al limite del ridicolo e, d'altra parte, non può essere spiegata nemmeno dalla semplice superiorità del Milan e dalla sua ottima prestazione che sicuramente, pur avendo contribuito alla pessima prestazione del Napoli, non è stata di certo la causa della miriade di passaggi sbagliati da parte dei giocatori del Napoli e soprattutto dell'incomprensibile mani in area di Aronica.
Forse la risposta va invece cercata nel leader, l'allenatore, quel Mazzarri che a forza di lamentarsi ingiustificatamente ha impresso nella mente dei propri giocatori una mentalità perdente. Già mi immagino le sue prediche negli spogliatoi prima della partita, volte all'autocommiserazione anzichè all'orgoglio: "Loro sono più forti, dobbiamo comunque farci valere, non abbiamo Lavezzi che ce l'hanno squalificato ingiustamente, siamo inferiori, quelli hanno Ibrahimovic e Pato che sono campioni e noi siamo gente normale ma possiamo sempre dire la nostra" e via piangendo.
Probabilmente questo atteggiamento ha creato un clima irrespirabile all'interno dell'organizzazione Napoli, un clima opprimente e ansioso che ha inesorabilmente creato degli agnelli da disperdere in un campo di lupi, perchè è poi stato questo lo spettacolo al quale abbiamo assistito.
A questo proposito, ricerche scientifiche ci dicono che il clima che per così dire si respira all'interno di un'organizzazione sia per addirittura un terzo la causa dei risultati che tale organizzazione possa eventualmente raggiungere (mentre per gli altri due terzi ci sono da tenere in conto variabili prettamente economiche e che riguardano le dinamiche della competizione). Altre ricerche scientifiche ci dicono inoltre che questo clima viene influenzato e creato per almeno il 70% dal comportamento e l'attitudine del leader che, nel caso di una squadra di calcio, è l'allenatore.
Ora, se volete una risposta alla secolare domanda su quanto conti o meno l'allenatore, eccola: il 70% di quel 33%, ovvero il 23.1%.
Quindi praticamente un quarto sul totale anche se, delle volte, quel quarto può essere fatale.
Soprattutto quando ad allenare è un cane bastonato come Mazzarri.



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