In primo piano

sabato 15 ottobre 2011

Indignati del mondo, pentitevi

http://www.wikio.it
Il lungo curriculum di N.Minetti stampato sulla sua t-shirt

Nel giorno in cui i giovani indignados del mondo manifestano contro la finanza e protestano contro un sistema che ha fatto del debito la spada di damocle con la quale una classe dirigente vecchia e inadeguata tiene sotto scacco la maggior parte della popolazione mondiale, vorrei porre una questione molto più pedestre e vicina a noi italiani. 

Mi chiedo, semplicemente e molto umilmente, cosa pensino oggi tutti quelli che dal 1994 in poi hanno creduto alle balle di Berlusconi. Cosa pensino di fronte ad una crisi che in Italia ha connotati molto diversi  da quelli di molti altri paesi europei, checché se ne dica all’avanguardia del benessere mondiale, coloro che ai tempi rimasero sordi alle parole di quelli che ragionevolmente mettevano in guardia da uno che fino al giorno prima aveva collezionato migliaia di miliardi di lire di debiti con le sue aziende, che aveva iniziato la sua attività imprenditoriale con finanziamenti di dubbia provenienza, che aveva la tessera di una società segreta la cui attività era illegalmente votata all’eversione democratica, che già allora evidentemente rappresentava il vecchio che si riciclava sotto nuova forma. 

Mi chiedo cosa pensino dopo diciassette anni, dopo che da una parte precisa di italiani proveniva l’avvertimento sul disastro che avrebbe colpito l’Italia con l’eventualità di un governo guidato da uno che niente avrebbe fatto di buono per il nostro paese e che avrebbe invece probabilmente continuato a raccontare balle per perseguire i propri interessi particolari, come era stato da sempre evidente e come chi allora aveva un minimo di intelligenza poteva certamente intuire. Ecco, vorrei che finalmente una parte dell’Italia che ha contribuito a questo disastro istituzionale, dopo che per l’ennesima volta sono stati nominati vice segretari e cariche sparse per la compra-vendita di voti di fiducia, naturalmente a nostre spese,  chieda scusa a chi in questi ultimi vent’anni non si era fatto abbindolare da questa truffa evidente. 

E’ troppo facile oggi prendersela con la politica tutta ed urlare senza un minimo di pudore contro la destra e la sinistra indistintamente per liberarsi catarticamente del peso dato dalle proprie scelte sbagliate. La battaglia odierna e comune contro una politica clientelare e di bassa moralità oggi deriva in Italia da responsabilità ben precise che sono facilmente individuabili nella persona di Silvio Berlusconi, l’arci-italiano. E’ inutile tentare di redimersi oggi con slanci di dubbio coraggio come fece ad esempio Fini nel 2010 quando era ormai evidente che la convenienza di un’alleanza con chi gli aveva permesso di governare non era più sostenibile. E alla faccia di chi decanta una conciliazione impossibile, io dico che mi sono stancato di pagare per le scelte scellerate altrui. Mi sono stancato di mediare con chi vota soltanto seguendo i propri istinti o seguendo semplicemente l’abitudine famigliare. Sono stufo di chi ancora parla di destra e sinistra in quei termini tradizionali che rimandano ad ideologie ormai trapassate come quelle del comunismo e del fascismo e che poi nomina le due fazioni solo per uniformarle e renderle bersaglio comune del proprio qualunquismo disinformato, poiché è scientificamente sotto gli occhi di tutti che il malaffare in Italia oggi è presente in percentuali molto più alte in una parte piuttosto che in un’altra. La questione dunque, più che politica, è culturale. E oggi non credo che sia possibile protestare contro la politica della corruzione, della finanza, della casta e del disinteresse nei confronti dei  cittadini senza prima analizzare le responsabilità storiche di chi ha avallato questo tipo di comportamenti. 

Poi è vero che negli ultimi vent’anni è anche cambiato il mondo come mai era successo nella storia recente dell’umanità e nel caso italiano è oggi ancora più evidente l’inadeguatezza di una classe dirigente e di una generazione nei confronti di un mondo completamente diverso affrontato con metodi ormai divenuti necessariamente obsoleti. Fortunatamente, vent’anni sono comunque passati e la battaglia da politica è divenuta appunto culturale e quindi generazionale grazie all’invecchiamento inevitabile di chi è da decenni al potere. Ma questo non basta. Così, cari giovani, indigniamoci e protestiamo, ma non dimentichiamoci che la ruffianeria, il servilismo, la corruzione, l’immoralità, la disonestà e l’incompetenza sotto varie forme sono ancora tra noi, e sono questi i mali da combattere.

Come diceva quello, io non ho paura di Berlusconi in sé, ma del Berlusconi in me.




Share/Bookmark

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...