Colto dall'improvvisa pesantezza che notoriamente viene provocata dalle temibili polpettine scandinave, mi sono addivanato per assecondare l'inevitabile appisolamento che mi aveva colpito e mi sono sottoposto alla terribile visione di programmi televisivi italiani, come mi succede di solito una volta al mese.
Ed é cosí che nella sorpresa personale, non dopo aver notato per l'ennesima volta come le reti commerciali e quelle pubbliche producano programmi pressoché identici nei contenuti e nel format e speculari nell'orario, mi sono reso conto di come le tonnellate di chiacchiere che abbondano nei tubi catodici servano a volte ad approfondire utilmente concetti a volte complessi in modo facilmente fruibile e quindi non eccessivamente gravoso su un intelletto appesantito da cibi poco digeribili.
Poi ho sentito Klaus Davi chiedere a Raul Bova se non si esagerasse con l'intromissione dei media nella vita privata anche dei politici e mi sono svegliato di soprassalto dai miei cinque minuti di sogni speranzosi dai quali ero stato incomprensibilmente impossessato.
Quest'esperienza mistica mi é almeno servita a rendermi conto dell'effetto stupefacente che hanno alcuni tipi di polpette sull'essere umano.
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