Pur non avendo alcuna aspirazione rivoluzionaria a causa dell'impossibilità materiale che un evento di questo tipo si possa realmente verificare, vorrei mettere nero su bianco brevemente per quanto possibile un paio di cosine sulle violenze del 14 dicembre.
Il potere politico, ovvero il potere decisionale di chi siede sui banchi del parlamento si basa sulla carica elettiva che deriva dalla maggioranza dei cittadini. Questo potere viene garantito attraverso la minaccia della violenza nei confronti della minoranza che si deve per questo motivo adeguare. Di conseguenza, la vita sociale delle persone si basa in ultima analisi sui rapporti di forza che derivano dalla possibilità di potere o meno imporre la propria volontà sul prossimo. Questa violenza non solo vale in termini passivi, ovvero nel momento in cui un individuo faccia della violenza nei confronti di un altro individuo, per la quale poi viene punito, ma anche in termini attivi, nel senso che quando si impone per legge un tipo di comportamento nei confronti delle persone, nel momento in cui questo comportamento non si realizza, allora anche in quel caso la violenza è giustificata.
Pensate al caso di un disgraziato che coltiva marijuana in casa per poterla consumare privatamente. In questo caso l'imposizione del comportamento è unilaterale da parte dello stato nei confronti dell'individuo ed il divieto di consumo e coltivazione non è nemmeno giustificato da ipotetitiche mancate entrate fiscali che deriverebbero dalla vendita del prodotto e quindi dal pagamento dell'IVA.
Tra parentesi, per coloro che sentono nelle mie parole puzza di fricchettone, ricordo che la stessa cosa succede in alcuni paesi europei riguardo alla sostanza dell'alcol.
Alla luce di questa semplice quanto di solito sottovalutata premessa, penso siano ridicole le dichiarazioni diplomatiche di coloro che banalmente pretendono la condanna, come dicono loro, 'senza se e senza ma' della violenza dei manifestanti. Piuttosto, tali pretese sono comprensibili in virtù del ruolo sociale svolto dai politici che le richiedono in quanto ai loro fini mirano alla perpetuazione della loro posizione. D'altro canto, dei cittadini che non vengono ascoltati e che vengono continuamente derubati delle proprie tasse hanno il diritto ed il dovere di ribellarsi alla situazione alla quale sono letteralmente sottoposti.
Si dirà in questo caso che il cittadino può esprimere la propria opinione attraverso le urne e che è questo il momento in cui può portare il proprio contributo all'amministrazione della cosa pubblica. Ciò è però riduttivo, limitante e soprattutto falso, visto che la partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano la sfera pubblica è continua e quotidiana e prende forme tra le più diverse.
Semplicemente, dico: la violenza è in alcuni casi giustificata.
Affermare che la violenza va condannata 'senza se e senza ma' può portare a conseguenze utopicamente auspicabili, ma realisticamente disastrose.
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