E' oggi evidente lo scontro tra Italia e Francia sul fronte libico riguardo all'intervento militare contro Gheddafi. Infatti è stata prima la Francia a spingere per l'intervento, poi l'Italia ad accodarsi per rispetto dell'Onu e più in particolare degli americani ed infine di nuovo l'Italia a pretendere il così chiamato 'ombrello Nato' in modo da non lasciare ai transalpini il ruolo di protagonisti nell'operazione.
Il motivo di quest'ostilità interna europea tra i cugini italiani e francesi risiede nella secolare politica estera nei confronti dell'Africa adottata dai due paesi. Posto che non si capisce come il nucleare possa risolvere i problemi di guerra e di approvvigionamento energetico se un paese come la Francia che è il più nuclearizzato al mondo deve lo stesso far guerra a Gheddafi, aldilà della questione energetica è interessante far in questo caso ritornare alla mente i fatti di Ustica.
Nel 1980 un aereo italiano di linea che da Bologna si stava dirigendo verso Palermo fu abbattuto all'altezza dell'isola di Ustica provocando la morte di tutti gli innocenti passeggeri. E' oggi praticamente appurato che ad abbattere l'aereo furono dei caccia francesi intenti a guerreggiare contro altri caccia libici, nascostisi per l'occasione dietro la scia dell'aereo passeggeri e trovatisi in quei luoghi per scortare un altro aereo che sarebbe dovuto atterrare da qualche parte nell'Europa dell'Est e a bordo del quale c'era Gheddafi (l'aereo, appena si individuarono i pericoli, ritornò immediatamente in Libia). Tra l'altro, i piloti dei caccia italiani che assistettero a questa battaglia morirono nel 1988 incidentalmente nella tragedia tedesca di Ramstein, quella dello scontro in diretta televisiva delle Frecce Tricolori.
I francesi in pratica avevano ancora il dente avvelenato per aver perso la loro influenza politica sul nord Africa dopo che l'Italia aveva appoggiato la rivoluzione in Algeria e molto più pesantemente il colpo di stato di Gheddafi in Libia nel 1969, procurando al colonnello addirittura carri armati e intere divisioni per la sua parata trionfale, prelevandole dalle difese dei confini.
Questi sono solo alcuni dei tanti fatti che fanno da preambolo a questa guerra ed è triste constatare che o siamo ritornati a tempi infausti che pensavamo aver lasciato dietro le spalle o che nulla in realtà è cambiato.
In entrambi i casi, c'è poco da rallegrarsi.
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